Vi lascio con due citazioni per me molto importanti: la prima è tratta da un libro molto famoso, Etica per un figlio, di un autore che si chiama Savater, e riguarda il concetto di libertà come categoria fondamentale per una costruzione etica della persona. La seconda è tratta da uno scritto meno nobile, un mio vecchio scritto che si chiamava Lettera di una Preside ai nuovi Dirigenti, e che può forse far riflettere non solo il mondo della scuola e dei dirigenti, cui si rivolge, ma tutti gli adulti che sono responsabili dell’educazione di voi giovani alla legalità.Da Savater, Etica per un figlio, Laterza 2007: “Ti diranno: libertà? Ma di che libertà parli? Come si fa ad essere liberi se ti mangiano il cervello con la TV, se i politici ci ingannano e ci manipolano, se i terroristi ci minacciano, se le droghe ci rendono schiavi, e se non ho neanche i soldi per comprarmi la moto che vorrei? Se ci rifletti un momento, ti renderai conto che quelli che si lamentano così, in realtà sono ben contenti di sapere che non sono liberi. In fondo pensano: Uh, bel peso che ci siamo tolto di dosso! Dato che non siamo liberi non abbiamo colpa di quello che ci succede (…). Siccome optare liberamente per certe cose in certe circostanze è molto difficile (…)allora è meglio dire che non c’è libertà, per non riconoscere che si preferisce fare quello che è più facile (…) Tutti questi problemi hanno a che fare con il problema della libertà, che è la questione di cui si occupa specificamente l’etica (…) Libertà è decidere, ma anche, non dimenticarlo, renderti conto che stai decidendo (…)”
Da R. Bortone, “Lettera di una Preside ai nuovi Dirigenti”, S&A : “ Efficienza ed efficacia non bastano: occorre una dirigenza “etica”. Ti hanno insegnato le regole dell’efficienza e dell’efficacia, ma ti hanno raccomandato anche i principi della legalità, della trasparenza, della rendicontazione, della condivisione. Firmerai progetti formativi che si riferiscono a principi e a valori sociali elevati, e al personale ricorderai il rispetto delle norme e la deontologia professionale. Ma saranno (…) le tue scelte concrete a svelare cosa è davvero importante per te e cosa non lo è, a palesare i tuoi principi ispiratori, a costruire nella scuola gerarchie di valori. (…) Non sarà facile, perché la scuola è spesso un mondo ambiguo e grigio, dove il bene e il male hanno confini sfumati, dove l’immoralità assume spesso il volto inoffensivo e ammiccante della vecchia prassi, della familiarità, della comprensione, del laissez faire, del così fan tutti. (…) Tu, che dirigi una scuola, che promuovi la formazione delle giovani generazioni, che hai come compito precipuo quello di sviluppare il capitale sociale del Paese, sarai determinante nel promuovere o nell’affossare il senso civico e istituzionale della tua Istituzione scolastica, e lo sarai a seconda di quanto ti starà a cuore perseguire una gestione etica della scuola”. |